VIA ASTE SUSATTI/ CIVETTA ago 2023 (CON RELAZIONE)

 

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lettura relazioni e "degustazione" pastis



il pilastro della Punta Civetta si erge prepotente sopra lo zoccolo


alla base dello zoccolo






una meraviglia che non stufa mai..

caldi e spietati


arrivati alla biforcazione Andrich- Aste



un bel tiro verso sx

nel camino caratteristico





il Gio solido sul tiro di VII





vittoriosi e fighissimi al Torrani

Dopo la salita su Mexico Cabrones mi restano ancora una settimana di ferie e sono d'accordo col Gio per un'altra scappata in Dolomiti. La voglia di Civetta è ancora tanta e il meteo sembra ottimo.

Il mio furgone preferirebbe andare dal carrozziere che tuttavia è in ferie. Quindi un po' di sano nastro americano risolve tutto e si parte!

Propongo al Gio di andare a fare la classica Aste Susatti che penso possa piacere ad entrambi. Riceviamo come sempre una super accoglienza al Tissi.  Walter e Paola anche se sono a sei ore di macchina, mi fanno sentire ogni volta a casa. 

Visto il meteo blindato ci sarà un po' di gente sulla Nord Ovest tra Solleder, Philipp, Mexico Cabrones e due ragazzi su Colonne d'Ercole. 

Il mattino siamo alle prime luci in cima allo zoccolo. Attacchiamo il sistema di fessure della Aste e i primi quinti ci fanno già capire l'andazzo. Mai sottovalutare gli alpinisti di una volta!

Raggiungiamo un camino dall'aria abbastanza apocalittica dato solo V grado e effettivamente è quello giusto. Su uno dei tiri di VI un runout inopportuno su roccia delicata abbinato al mancato ritrovamento della sosta mina la pace interiore del Gio. Si chiede se con tutte le vie di bella roccia e ben attrezzate che ci sono in giro, sia il caso di accanirsi sempre su questi itinerari così austeri. Sicuramente la severità della verticale e ombrosa parete non contribuisce a rasserenare il suo animo. 

Proseguo per alcuni tiri fino alla base del tiro del tetto che non sembra banale ma almeno è ben chiodato. Il Gio riparte al comando e riesce ad allontanare i suoi demoni superando il tiro in libera (un signor VII). Passo pulito anch'io e proseguo per i camini finali. Danno tutto V ma alla fine dopo tutti sti metri su questo genere ci si stanca lo stesso.

Alle quattro e mezza siamo finalmente sulla ferrata degli Alleghesi e decidiamo di andare a trovare il Ventura. Ci beviamo un paio di birre a testa e poi iniziamo a dare una mano in rifugio visto che Venturino è solo con un'orda di gente a cena.

Praticamente a digiuno, dopo undici ore di scalata, laviamo piatti a manetta, storditi dalla birra e dal rock del Torrani. Ma la fatica quassù è diversa; ha un che di liberatorio e di ancestrale rispetto allo stress del lavoro in città. In un posto bello come questo e in così buona compagnia si può stare solo che bene.

Intorno alle dieci abbiamo comunque un po' di cedimento. Prima il Gio inizia ad aver da ridire su questa sfacchinata gratuita post via. Poi, vedendo che inizio ad aver un importante declino psico fisico, si ammorbidisce. Finalmente riusciamo a cenare e a metterci a dormire in qualche modo in mezzo ai tanti ospiti del rifugio che un po' ci maledicono anche perchè russiamo pesantemente (sopratutto il Gio!).

Non resta che godere della magnifica alba, dare una mano con la colazione e salutare Venturino.

Scendiamo con calma godendoci la bellezza di queste montagne e il piacere di una bella nuotata nel lago Coldai. 

Peccato dover già rientrare e non poter passare più tempo qui.