EIGER (tentativo) E WENDEN (patent ochsner) sett 2022

L'Arata e l'Eiger: troppa potenza in una sola immagine!

la Nordwand in veste estiva


lo spettacolare pilastro dei Ginevrini dove sale Chant du Cygne








la spettacolare vista alla Wendenalp


il primo tiro



la curiosa sosta di Sterschnuppe.. quella di patent rimane in alto a sx





vuoto Wendeniano

inizio del bel 6c di L5




su L7


Tre giorni liberi insieme ad Ali, con tanto di dog sitter prenotata, ma il meteo è brutto quasi ovunque.

Tranne in Svizzera così ci tocca avventurarci in quella terra ostile.

Decisi a giocarci direttamente un cartuccione (cit. Wuberino-Felanda), dopo lunga trattativa decidiamo di ingaggiargi sul Cant du Cygne, via a spit di Piola nella parte destra della famigerata nord dell’Eiger.  

Riusciamo ad arrivare agilmente nei pressi del tunnel del Gottardo. Il navigatore ci consiglia un strada alternativa per evitare la coda ma i solerti ausiliari del traffico svizzeri non sono d’accordo e ci costringono a proseguire parlandoci di una misteriosa corsia arancione .

Non ci capiamo nulla, il navigatore è in botta ma dopo un paio di chilometri troviamo la corsia e procediamo spediti a fianco alla lunga colonna di macchine ferme. 

Arrivati ad un’ area di servizio vediamo la possibilità di prendere il tunnel anzichè proseguire lungo la statale del passo del Gottardo risparmiando una buona mezzora. Tuttavia gli elvetici hanno ampiamente previsto le infrazioni e i trucchetti meschini dei popoli inferiori che transitano nelle loro terre.

Un importante dispiegamento di ausiliari ci ferma e ci consegna dei foglietti minacciosi scritti in vari idiomi. In pratica o aspettiamo quaranta minuti per entrare nel tunnel o dobbiamo fare la statale del passo, pena la sezione dell’autovettura in parti uguali con un enorme flessibile.

Smascherati nella nostra pochezza morale ci inoltriamo nelle fitte nebbie del passo del Gottardo.

La pioggia ci accompagna per gran parte del viaggio ma siamo ottimisti: il calcare asciuga in fretta e a Grindelwald danno pochi mm di pioggia.

Questa volta niente trenino ma prendiamo all’ultimo in sandali e borse della spesa l’Eigerexpress una mega ovovia (discreto ecomostro..) che in 15 minuti traghetta anime dal paese ad Eigergletscher, il punto di partenza per la Nordwand.

Una potente ramata d’acqua ci accoglie al nostro arrivo e le pareti circostanti si riempono di tante belle cascate ma il morale è ancora alto. 

Dopo una mezzora torna il sole e ci avviamo sul sentiero verso la nord. 

Il nostro pilastro è decisamente fradicio ma l’ottimismo, almeno da parte mia , abbonda.

Sono in preda ad un grande e immotivato entusiasmo per esser qui con Ali, soli con la nostra tendina da 19 euro del decathlon a contemplare la nordwand in tutta la sua potenza. Ripercorro la via Heckmair con lo sguardo pensando alla mia salita di qualche anno fa con Fulvio e la annoio indicandole tutti i passaggi.

Alice, d’animo più pragmatico, vede solo un enorme cumulo di detriti fradici con un po’ di verglas buttato a caso. Una sorta di Marguareis, altrettanto brutto ma più grande. Il suo stato d’animo è cupo e teme grandi runout bagnati sulla via di domani.

Ricognizione all’attacco, deposito materiali, cena e via in branda. “Se non piove più di sicuro asciuga” è la mia sentenza. 

Due ore dopo piove di nuovo. Andiamo comunque all’attacco a vedere di persona e il primo tiro è asciutto.

Ali sale con circospezione vista la roccia comunque umida e la chiodatura parsimoniosa.

Sul secondo tiro troviamo un bel tratto totalmente fradicio e anche viscido e decidiamo saggiamente di scendere. 

Abbiamo ancora un giorno libero e da bravi liguri sentiamo di dover mettere qualcos’altro in saccoccia per giustificare  questo viaggio così oneroso.

Decidiamo così di concederci la nostra prima visita nel temuto Wenden che si trova ad un’ora da Grindelwald sulla strada del ritorno.

Raggiungiamo la stupenda Wendenalp, non prima di aver avuto serie difficoltà per pagare il pedaggio per la strada privata che porta su (segnaletica solo in crucco, pagamento solo in franchi svizzeri e in moneta.. altro che ospitalità ligure!).

Le pareti sono stupende e si alzano arroganti sopra i loro zoccoli di erba ripidissima. Concordiamo che si tratti di una versione più grande e cattiva del gruppo del Mongioie.

Optiamo dopo attente valutazioni per Patent Ochsner al Pfaffenfuth (in Wenden nulla è facile a cominciare dai nomi delle vie..). Descritta come la via plaisir del Wenden, a detta di alcuni addirittura rilassante…

Lo zoccolo è ripido ma senza troppe insidie e ci ritroviamo sotto una spettacolare pala di calcare da urlo.

Parto io con circospezione sul primo tiro di 6b. Tre spalmi consecutivi su rigole sopra lo spit mi regalano subito un’emozione. Proseguiamo per altri due tiri con roccia ottima e chiodatura e gradi onesti. Primo 7a per l’Arata che passeggia, supera il bombè a tacche arriva davanti allo spit, lo fissa a lungo e decide di esplodere.

Riparte e fa sua la sosta. Continuo io per un 6c stupendo dove il concetto di plaisir inizia a farsi opinabile.

Secondo 7a per Ali che supera il tratto più duro e poi opta per un dinamico a brettio e esplode. Io che ero salito fino a lì con dignità, prendo più schiaffi dell’orso e decido che è giunto il momento di lamentarsi come si deve.

Altro 6c+ bello e assai duro per Ali che questa volta non perdona. Io sono ormai in modalità mugugno per il genere decisamente ostico.

Infine un ultimo tiro di 6a+, abbastanza estremo ma quantomeno a zanche, mi solleva il morale e ci conduce al libro di fine via.

Torniamo così a casa commettendo finalmente una bella infrazione stradale nell’unico momento di distrazione in tre giorni.

La Svizzera con le sue ostiche regole, la sua diffidenza verso lo straniero e i suoi prezzi sorprendenti ha delle montagne davvero meravigliose e sicuramente torneremo.

 

INFO TECNICHE PATENT OCHSNER
7a max 6c obbligato

Bellissima via su roccia super. Chiodatura corretta (S2) ma non propriamente plaisir.
Usato 12 rinvii e corde da 60m.
Gradi onesti a parte il primo tiro e gli ultimi tre che sono piuttosto severi.
Doppie possibili sulla via ma stando attenti a rinviarsi sulle prime due calate.
Lo zoccolo è ben tracciato e segnato con ometti e non presenta difficoltà tecniche ma richiede attenzione nella parte finale e in un paio di traversi. In caso di temporale meglio aspettare prima di scendere perchè si attraversano due importanti colatoi che possono diventare dei veri torrenti. Contare 1h30' circa per salire. Attacco evidente appena a destra del centro del pilastro. Visibile un coperchio appeso in parete. Partenza in comune con Sterschnuppe poi segue la linea di sx fino alla sosta con 2 spit.