DESMAISON AL PIC DE BURE E STRATOSAURUS ALLA TETE DE L'OBIOU (CON RELAZIONI) ago 2022









Al colle il pilastro si mostra in tutta la su arroganza


Il Gio all’inizio del tiro del traverso (L4)

Il bel diedrone di L5

L6 non si va a seguire l’evidente diedro ma si esce a sx

Gio alle prese con un bel muro dolomitico su L8


L’unica foto fattami dal Gio oltre ad una mentre vado alla toilette





Uscita del penultimo tiro

Sommet mon ami


Il lunare plateau in vetta con in lontananza l’ossevatorio, una struttura che alimenta il
complottismo



la tete de l'Obiou


più strati di una lasagna..
























Dopo la mia prima breve visita a Ceuse mi ritrovo inaspettatamente con 5 giorni liberi e decido di ritornare in zona. Faccio un giorno in falesia con Ali, Cami e il Gio al settore storico di Berlin. Gli schiaffi volano abbondanti  tra l’unto , i gradi severi e le chiodature non proprio plaisir. 
Poi come da accordi col Gio ci spostiamo coi furgoni sulle montagne del Devoluy a meno di un'ora da Ceuse.  Il massiccio del Devoluy costituito da calcari e dolomie, si trova isolato nei pressi di Gap a sud-ovest degli Ecrins e offre degli scenari decisamente simili a quelli delle dolomiti. 
La nostra meta è la storica via Desmaison al Pic de Bure, una grande classica su cui si sono cimentati negli anni molti grandi nomi dell'alpinismo francese.
Dopo una serata all'insegna delle discussioni metafisiche trascorriamo la notte nei nostri furgoni in un parcheggio in mezzo a bellissimi boschi d'abeti. 
La sveglia suona come sempre troppo presto e iniziamo l'avvicinamento al buio per pascoli e pietraia.
Teniamo un buon ritmo a costo di faticare un po' e attacchiamo per primi davanti ad altre due cordate. Il pilastro incute un certo rispetto nella tenue luce del mattino. I primi tiri sono abbastanza impegnativi e aerei, poi le difficoltà si fanno più classiche anche se la roccia diventa meno compatta. 
Riusciamo a salire abbastanza rapidi e in sette ore e mezza raggiungiamo l’arido plateau sommitale soddisfatti per questa bella salita classica. In vetta incontriamo anche un alpinista francese che aveva fatto una delle prime ripetizioni oltre 50 anni fa.
Dopo un giorno di riposo andiamo alla scoperta della montagna più alta del Devoluy: la Grande Tete de l’Obiou. Si erge sopra i pendii erbosi come un grande castello  di dolomia stratificata orizzontalmente e tagliata da grandi cengie. 
Saliamo “Stratosaurus”, una via molto particolare che sale per dei bei diedri e delle caratteristiche placche a strati. Gli apritori hanno posizionato alcuni spit dove le placche erano particolarmente difficili da proteggere mentre per il resto ci si protegge a friend nelle fessure orizzontali tra uno strato e l’altro. Ci divertiamo e la salita risulta molto interessante specie nella prima parte dove la roccia è molto compatta . Nella seconda metà la roccia peggiora un po’ e il percorso  diventa un po’ discontinuo, interrotto da cengie e trasferimenti. Arrivati in vetta scendiamo per la via normale che appartiene decisamente alla categoria “escursionismo estremo” in quanto non si scala ma i piedi è meglio metterli bene! 
Infine per verdi pascoli accarezzati da lievi vapori torniamo ai nostri furgoni.
Il buon Gio pur essendo un arrampicatore dai gusti molto sofisticati si è divertito anche su queste salite un po’  più ruspanti.
Ci salutiamo e speriamo di rivederci presto.