al colle del Leone con la capanna Carrel visibile |
il traverso che porta al colle su terreno detritico ma tracciato |
il lato svizzero
alla Carrel alle 8:00 |
la corda della sveglia Dent d'herens con la sua nord |
verso la vetta del Pic Tyndall
la cresta sommitale del Pic Tyndall |
L'enjambè vista dall'alto |
sulla testa del Cervino |
la vetta italiana con la sua croce |
scorcio sulla cresta di Zmutt e sul naso |
la Testa del leone |
ormai quasi a Cervinia |
Il Cervino sono anni che vorrei salirlo da Nord per la via Schmidt.
L'anno scorso sono andato su dalla Hornlihutte con la mia amica Kirsty ma era troppo caldo per cacciarsi sulla nord.
Il rifugista ci aveva messi in guardia dicendoci che le condizioni della via si erano degradate nell'ultima settimana: "Now it's very baaad, very baaad..".
La notte pioveva, così ci siamo convinti a salire la cresta dell'Hornli e l'abbiamo trovata assolutamente non banale, lunga e poco evidente in discesa.
Quest'anno ho sempre seguito le evoluzioni della nord ma ho mancato l'appuntamento. Non avrei mai immaginato che a metà agosto fosse in buone condizioni.
In questi giorni non trovando compagni per altre salite mi sono deciso a togliermi un po' la voglia di Cervino e andare a vedere com'è la cresta del Leone.
Arrivato a Cervinia ero un minimo preoccupato per il vento e l'impegno della salita.
Sono partito dal furgone alle 3:15 , leggero ma non troppo, con 3l d'acqua, una mezza sottile da 60m, imbrago, longe e discensore, ramponi, una piccozza leggera e abbigliamento abbondante visto il freddo previsto.
Pian piano ho guadagnato metri arrivando al colle del leone alle 7:15 con le prime luci. Alle 8:00 ero alla Carrel. Le condizioni erano ottime e c'era poco vento.
Dopo la "grande corde" la via percorre il filo di cresta e l'ambiente diventa veramente grandioso, sospeso tra i due versanti della montagna.
La stanchezza e la quota iniziavano a farsi sentire ma stavo andando comunque con un buon passo.
Sulla testa del Cervino ho incrociato le varie cordate presenti tra gente che saliva e scendeva, ma ho trovato il mio spazio e sono riuscito a salire bene e senza rischi.
Finalmente alle 11.30 ero solo in vetta alla Gran Becca .
Un minuto, un po' di parmigiano e ho iniziato la discesa nella nebbia con la massima attenzione.
Sono riuscito a scendere senza intoppi mentre la nebbia si diradava lasciando posto a un tiepido sole.
Alle 14:50 ero alla Carrell in condizioni psicofisiche ancora dignitose. Finalmente alle 18:45 sono arrivato dal furgone disidratato e devastato ma soddisfatto per questa splendida giornata.
Dopo due chiacchere con due simpatici alpinisti bergamaschi (che saluto!) incontrati al parcheggio l'avventura ha avuto epilogo con il saccheggio delle magre provviste del furgo e con una bella dormita. Alle 5 tuttavia il freddo ha avuto il sopravvento. Ho ancora la coperta estiva in furgone e l'autunno sta arrivando..