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La base del pilier Gervasutti |
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l'attacco diretto che non faremo |
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momenti di arroganza alla terminale |
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primo tiro del pilier Gervasutti |
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Secondo tiro |
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primo tiro dall'alto |
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la placca del terzo tiro con un po' di neve infingarda |
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basta sole! si entra nel freezer |
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fine delle maggiori difficoltà |
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facce da freddo
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Con Gio dopo una notte al rifugio Torino ci presentiamo da umili ciaspolatori alla base del Supercouloir. I tre tiri del pilier Gervasutti tra gli zainoni con tutta la roba da ghiaccio e un po' di nevetta buttata sopra non sono proprio delle scale (scarpette vivamente consigliate!). Sul terzo la placca iniziale presenta neve e verglas dove serve e le emozioni non mancano.
Arriviamo così alla base del ghiaccio ben riscaldati.
I nostri ardori vengono subito rinfrescati da uno sbalzo termico di una ventina di gradi quando entriamo nell'incassato couloir.
La parte in ghiaccio non è mai troppo difficile ma è funestata dallo spindrift e dai tocchi di ghiaccio che due potenti germanici davanti a noi ci tirano a intervalli regolari.
Dopo le doppie il rientro al Torino al buio e con le ciaspole è una gioia.
Gio decide di mostrare il suo cardio superiore con un sprint brutale sul col Flambeaux che regala fatica e deliri in questa notte senza luna.
Un viaggio bellissimo su una delle più belle classiche del monte Bianco.
Indubbiamente con l'attacco diretto e l'uscita in cima è un altra via.
Magari prima o poi..