GRAN CASCATA DELLE BARRICATE / gennaio 2017






Una notte nel regno dell'effimero.
La grande cascata delle Barricate è uno dei più incredibili couloir fantasma.
Una cascata enorme, con una grande portata e esposta completamente a sud.
Miracolosamente in momenti di freddo eccezionale, il flusso dell'acqua rallenta e tutto si ferma.
Si forma un magico quanto effimero ponte di cristallo che permette di risalire questa incredibile forra nel mezzo di una muraglia di calcare.
Grassi e Ghigo, da veri visionari, colgono per primi l'attimo nel 1984. La salita è precaria per le condizioni del ghiaccio e non è certo facilitata dal materiale di cui dispongono.
L'anno successivo, caratterizzato da un inverno molto rigido, Daniele Caneparo percorrerà la cascata in solitaria e senza assicurazione in poche ore.
Negli anni verrà salita da diverse cordate nelle rare occasioni in cui la struttura si consolida.
Con l'attrezzatura di oggi il tutto risulta facilitato e le difficoltà non sono estreme ma rimane comunque un viaggio indimenticabile.

Grazie ad Enrico Sasso, io e Alice veniamo a sapere che la cascata sembra del tutto formata.
Finiamo di lavorare e partiamo direttamente.
Al parcheggio il termometro segna -7°: non è freddissimo ma dovrebbe bastare.
All'una e trenta come per incanto usciamo dal ripido bosco e ci troviamo ala base del primo salto.
Il ghiaccio illuminato dalle frontali ha un colore biancastro e la struttura per quanto chiusa e consolidata ha un che di spettrale nel buio della notte.
Inizio io con una certa emozione. Le piccozze producono un rumore piuttosto sordo e ci vuole delicatezza in questo mondo di cavolfiori e candelette ma la cascata non è molto ripida e il ghiaccio è abbastanza plastico. Le viti da ghiaccio non danno sempre molta fiducia per cui attrezzo le prime due soste su roccia sulla sponda destra(salendo) .
Va avanti Enrico e supera un breve ma inquetante tratto di ghiaccio scollato riuscendo fortunatamente a proteggersi con un friend. Raggiunge così una sosta attrezzata a spit sulla sponda sinistra.
Proseguiamo così su ghiaccio meno ripido e solido per varie lunghezze incontrando altre soste a spit (sono state messe da dei torrentisti per una discesa estiva della cascata!).
Le ore passano scandite dai rintocchi delle campane del paese e lentamente arriva l'alba.
Arriviamo all'ultima colata che borda un enorme masso incastrato nella forra.
Enrico affronta questo tiro, ripido ma ben formato e siamo fuori dalle difficoltà.
Proseguiamo nella forra principalmente su neve e sassi incontrando brevi risalti ripidi e usciamo finalmente sui bellissimi e assolati pendii sommitali.
Che viaggio! Grazie Enrico!

NOTE:
La cascata è ben visibile dalla strada. Richiede temperature estremamente basse per formarsi e poco irragiamento solare (dicembre-gennaio). Dura al massimo pochi giorni e degrada con estrema velocità (quando siamo arrivati alla macchina il sole era forte e il primo salto presentava già un bel buco). Conviene salire tutta la prima parte di notte. La difficoltà massima è indicativamente sul WI 4+ R X.

MATERIALE: 10-11 viti varie, friend 0,1-1, nut piccoli e 3-4 chiodi per le prime soste