REVE EPHEMERE D'ALPINISTE GRANDES JORASSES PARETE NORD (CON RELAZIONE) ottobre 2014




Petit Jorasses

Grandes Jorasses

Si parte





Ambiente!


Vista sul Croz

La goulotte superiore



Su una delle ultime lunghezze



l'arrivo alla Breche




Un incredibile gendarme visto in discesa. La Verte come sfondo





L'incredibile autunno del 2014. Un'estate dal meteo capriccioso e freddo impiastra le pareti nord di tutto l'arco alpino. Condizioni epiche che porteranno a decine e decine di ripetizioni sulla nord delle Jorasses. Sulla Colton Macintyre in particolare c'è l'inferno.
La parete vista di notte sembra un albero di natale con tutte le luci delle frontali.
In questo clima di marasma ricevo l'invito di Alessandro di unirmi a lui e Marco per tentare la Colton.
Non mi sento ancora del tutto pronto per una via di questo livello ma accetto.
Arriviamo nei pressi della parete dopo un interminabile avvicinamento e bivacchiamo. 
Alla fine siamo troppo pesanti. Sacchi a pelo pesanti, cibo per tre bivacchi (su mia insistenza..), moschettoni pesanti, troppo ferro. E' tardi e abbiamo poche ore per recuperare prima di ripartire.
Un aggiornamento meteo dal cellulare poi prevede una perturbazione serale.
Marco saggiamente propone un cambio di programma. 
Facendo Reve Ephemere infatti, si scende sullo stesso versante per cui possiamo abbandonare la zavorra al "campo base" e salire leggeri. Un po' di briefing tra un tarallo e un pezzo di formaggio e ci decidiamo.
Al momento della colazione ci dilettiamo a vedere le luci delle cordate che "ravanano" nella ciclopica terminale della Colton. 
Dopo un po' di slalom tra i crepacci attacchiamo la nostra goulotte. L'ambiente è esagerato e vediamo cordate un po' ovunque. Sloveni al Croz, Belle Helene, via Polacca. Tutto è formato e in condizioni da era glaciale!
La nostra via è difficile il giusto e si rivela una bella salita. Rientriamo con un avventuroso percorso lungo il crepacciatissimo ghiacciaio del Mont Mallet.
Al campo ci godiamo ampiamente il surplus di cibo. 
Dopo una notte di freddo e nevischio contempliamo la grande parete all'alba.
Stanchi e soddisfatti, ci promettiamo di tornare. 
Le epiche condizioni di questo autunno purtroppo non torneranno più.
Nel 2016 salirò la Cassin alla Walker con Alice Arata e nel 2017 tenterò la Colton con Enrico Sasso in condizioni secche ritirandoci su abalakov da metà parete.
Purtroppo il cambiamento climatico sta diventando drammatico e queste salite sono sempre più difficilmente in condizioni. Al di là di un terreno di gioco che viene meno per noi alpinisti, si impone un'amara riflessione sul futuro del nostro pianeta e soprattutto dell'umanità, se continuiamo con questo stile di vita e con questa crescita esponenziale della popolazione mondiale.