ARMANDO GOGNA SCARASON (CON RELAZIONE) / agosto 2014





il diedrino d'attacco

sosta 1


partenza del secondo tiro

terzo tiro: roccia super tranne l'uscita!

il mitico cespuglio piovra

viva la natura!



l'infido diedro erboso che porta al pilastrino


il temibile tiro del pilastrino

al pilastrino si arriva per prati ripidi

facce da Scarason

la "canna fumaria", tiro facile ma difeso da una barriera di ortiche!

la luce in fondo al tunnel

la rampa friabile verso sinitra


L'ingresso del camino terminale



Alpinismo di ricerca col suo racconto al cardiopalmo dell'incredibile avventura di Alessandro Gogna e Paolo Armando. L'occhio spiritato di Andrea nel ricordare i giorni passati in apertura sulla via Diretta. Il bellissimo libro di Fulvio Scotto sullo Scarason.
La descrizione della via su Montagne D'oc. I commenti dei ripetitori.
La passione sempre più forte per l'ambiente del  Marguareis.
Negli anni la voglia di cimentarsi con questo viaggio è diventata sempre più forte.
Quando Michele in un impeto di inconsapevolezza, mi propone di andare colgo la palla al balzo.
Dopo la notte in tenda al pian delle Gorre partiamo ad un orario perfino un po' spavaldo.
Alle dieci attacco il primo diedrino. Le difficoltà della via sono elevate ma i chiodi abbondano e negli anni i ripetitori hanno contribuito ad un certo "disgaggio", per cui la roccia nelle prime lunghezze non è terribile.
Miche invece non è mai stato sulle liguri e la pensa un po' diversamente!
Ravanando il giusto arriviamo alla base del tiro chiave. Mentre il resto della salita negli anni è stato un po' addomesticato, il pilastrino rimane veramente un tiro thriller, degno della sua fama.
In apertura per superare la delicata placca iniziale (sul 6b+, ma sprotetta per vari metri) Armando e Gogna ricorsero ad un' ardita piramide umana seguita da una coraggiosa uscita in libera in scarponi. Idem Berhault d'inverno, durante l'incredibile traversata delle Alpi, che salì (in ramponi!!!) sul casco di Gabarrou.
Non voglio osare per cui seguo la tradizione e salgo in spalla a Michele. Guadagno ancora un metro staffando su un cliff , infine mi rassegno e scalo.
Alla delicata placca iniziale segue una "croccante" fessura strapiombante e l'ennesima e infida ribalta su erba. Superato questo tiro la salita si fa più scorrevole e con alcune lunghezze raggiungiamo il grande camino terminale.
Michele alla luce della frontale sale con attenzione lungo la grande spaccatura. Con emozione raggiunge i pendii erbosi dell'altro versante. Alle dieci di sera esco anch'io e ci abbracciamo.